LA COMPLESSITÀ



LA COMPLESSITÀ
L’uomo è un individuo in sé, soggetto della sua vita e del cambiamento, ma è anche – e soprattutto - parte di una società, cioè una entità complessa che si trova a un livello superiore rispetto all’individuo. La complessità della società è maggiore di quella di un singolo e si manifesta nella forma della cultura - ossia di un insieme di comportamenti e di modi di pensare comuni - che condiziona i comportamenti sia individuali che collettivi. Ogni uomo si trova quindi a interagire in vari modi con gli altri individui, i gruppi o le istituzioni
L’uomo comunica in modi differenti e i modi della sua comunicazione sono in continua evoluzione; l’uomo cambia se stesso e il mondo che lo circonda.
(…)  La cultura è (…) l’insieme dei comportamenti umani che non si possono spiegare sulla base delle leggi della natura e, quindi, sui comportamenti fisici o biologici, ma che nascono dalle idee di ogni individuo e dalla elaborazione collettiva..
Il modo di comunicare è uno degli aspetti fondamentali di una cultura, Quando comunichiamo siamo sempre in presenza di mediazioni, che possono essere tecniche (scrittura, telefono, internet…) e, soprattutto, simboliche.
È quasi impossibile avere relazioni sociali senza compiere degli atti simbolici: la relazione e il gruppo non possono esistere senza una comunicazione rituale, seguire cioè delle  regole conosciute da tutti.
Secondo Edgar Morin   «Le interazioni sono azioni reciproche che modificano il comportamento o la natura degli elementi, corpi, oggetti, fenomeni»: gli individui si incontrano, entrano in relazione, organizzano questa relazione. Gli incontri possono essere casuali e aleatori ma hanno delle conseguenze concrete: le interazioni provocano un cambiamento nell’ordine esistente, portano a un mutamento sociale.
Per Goffman l’interazione è dunque il fronteggiarsi di due avversari «che si combattono a colpi di materiale simbolico», che utilizzano cioè delle convenzioni, accettano le regole di un gioco. L’interazione non è quindi costituita da un semplice scambio di messaggi, ma di messaggi fondati in gran parte su significati condivisi, sulla cultura comune.
L’uomo, come l’attore, può, anzi deve, metterci del suo, essere creativo, dare una propria personale interpretazione della partitura, come un bravo violinista ad esempio, perché la vita umana si svolge in un contesto comunicativo e i bisogni umani sono più complessi di quelli puramente biologici. Il sociologo Luciano Gallino ha sviluppato la teoria dell’attore sociale a partire dalla relazione tra biologia, cultura e intelligenza artificiale per cercare di sciogliere il nodo della complessità del sistema. Ogni individuo è un attore sociale in quanto agisce nella maggior parte dei casi su sollecitazione di segnali provenienti dal sistema sociale e, per quanto sia scarso il peso di ogni singolo attore, la somma dei comportamenti e delle scelte più semplici può comunque influenzare l’intero sistema.
Abbiamo detto che una delle differenze tra l’uomo e l’animale è la prevalenza di elementi appresi, elementi culturali, quindi, e non istintuali, ma è anche l’originalità nell’uso di questi elementi a favorire il cambiamento della società. Esiste tuttavia un legame indissolubile tra l’uomo, la specie umana e la società che lui ha creato, che può essere definito anche nei termini di uomo, natura e cultura.
Più il livello di sviluppo culturale ed economico cresce, più la società diviene complessa e più complesse diventano, quindi, le interazioni e le tecniche che sottendono queste relazioni, che permettono una coesione sociale.
Ma un insieme non è mai la somma delle sue parti: la società non è soltanto l’insieme delle interazioni tra le sue componenti. La società è qualcosa di più, perché esistono elementi che non sono tra di loro omogenei e che a molti non appaiono come significativi, prima di tutti i rapporti con la natura e con le altre specie. La società non è il prodotto di un semplice influsso reciproco tra i suoi componenti, ma un insieme complesso di interdipendenze, di incompatibilità e di condizionamenti in cui potere politico, produzione di merci e interpretazioni del mondo si condizionano reciprocamente, cercando di salvaguardare le proprie specifiche caratteristiche. All’interno di queste dinamiche operano individui e gruppi che guardano alla tradizione ma anche al futuro, che sviluppano bisogni sia primari che secondari legati al mutare delle condizioni economiche, ma anche connessi con la dimensione culturale dell’uomo. Complessità vuole dire allora l’esistenza di un superiore livello di consapevolezza rispetto alle cose di tutti i giorni.
Il cambiamento è una costante dell’evoluzione sociale: basti pensare alla vita dell’uomo, che cambia non solo nell’aspetto fisico, ma muta le sue idee, la sua posizione, i suoi rapporti con gli altri. Ma il cambiamento ha riguardato anche i modi con cui l’uomo si è procurato il cibo, ha diviso i prodotti del suo lavoro, si è organizzato, ha costruito le proprie case e le città, ha sostanzialmente cambiato anche l’aspetto fisico del mondo.
Il mutamento socioculturale è dato, quindi, dall’insieme delle trasformazioni che si verificano nella struttura sociale come prodotto delle relazioni tra i suoi membri; e queste relazioni si manifestano spesso – come abbiamo detto – anche nella forma di tensioni, se non di conflitti.  Secondo molti autori il conflitto non è soltanto uno dei fenomeni che costituiscono l’interazione sociale; essi ritengono che sia funzionale, sia parte fondamentale della evoluzione della società.
La società non è quindi soltanto un insieme di persone, gruppi e istituzioni: essi sono in rapporto dinamico tra di loro. La società è anche un’esperienza di spazio e tempo
Oggi in meno di ventiquattr’ore possiamo arrivare dall’altra parte della terra, mentre possiamo sapere e vedere quello che succede in tempo reale tramite la televisione o Internet; tramite i telefoni cellulari siamo raggiungibili ovunque.
Nel corso della storia l’uomo ha cambiato il suo modo di vivere e di organizzarsi; sono cambiate le forme sociali e le tecniche che ha utilizzato per il dominio sulla natura e sugli altri uomini; si sono evoluti i rapporti di libertà tra gli individui, le forme della comunicazione, i luoghi tipici della vita dell’uomo, in particolare quella costruzione sociale che è la città, ora divenuta metropoli , non solo luogo dell’abitare ma luogo della trasformazione economica e politica.

(Giovanni Bai, Leggere la società, Simone, Napoli, 2012)